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  • Festival: dal 31/10 al 03/11 - Mostre: dal 19/10 al 03/11

La battaglia di Alma

ALMA 1854 . IL BULLDOG BRITANNICO AZZANNA L’ORSO RUSSO 

Nel 1853 il Governo Turco ricevette un ultimatum da parte dello Zar, che pretendeva che la Chiesa Ortodossa nell’Impero Ottomano fosse posta sotto la protezione dell’Impero Russo. Ricevuta risposta negativa, i russi occuparono alcune regioni del Danubio, e la Turchia fu costretta a dichiarare guerra.

A Francia e Gran Bretagna non parve vero di avere una occasione per battersi contro quella che ritenevano la principale minaccia alla loro egemonia nel Mediterraneo (per i francesi) e nel Nord Europa (per gli inglesi). Venne organizzato un corpo di spedizione, di circa 60.000 uomini, che sbarcò nella Penisola di Crimea, a Varna. L’obiettivo strategico degli alleati era neutralizzare la principale spina nel fianco, ovvero il porto militare di Sebastopoli e le sue fortificazioni. I russi decisero di difendere la città, ma di ritirarsi e di aspettare il nemico sfruttando le varie difese naturali che si paravano di fronte agli alleati, lungo la loro marcia verso la città di Sebastopoli. La prima, e forse più importante, barriera naturale era costituita dal fiume Alma, non molto ampio in questa stagione (Settembre) ma sovrastato da ripide colline. I Russi apprezzarono l’importanza difensiva del fiume, e si fermarono con il loro esercito per dare battaglia. Ebbe origine così la battaglia di Alma, che venne combattuta il 20 Settembre 1854.

Dopo una serie di scontri fra cavallerie, britannici e francesi  iniziarono ad avanzare, ma divenne subito chiaro che di fronte a loro era schierato tutto il grosso dell’esercito russo. Due ridotte zariste, la Grande Ridotta e la Piccola Ridotta, coprivano i pendii che sovrastavano il fiume con un consistente numero di pezzi d’artiglieria. Secondo il piano, i francesi avrebbero dato inizio all’attacco, attraendo parte del fuoco dei cannoni russi, permettendo quindi agli inglesi di avanzare relativamente indisturbati.

La fanteria di Sua Maestà Britannica,  l’amatissima Vittoria, cominciò ad avanzare: guidavano l’attacco la Divisione leggera,  e la 2° Divisone. Schierate su due linee, entrambe le grandi unità guadarono il fiume Alma, sotto un fuoco d’inferno. Per loro fortuna il comandante russo decise di ritirare i cannoni proprio nel momento in cui avrebbero dovuto tirare a mitraglia, temendo che i pezzi potessero essere catturati (era convinto che il suo idolo, Wellington, non avesse mai perso un cannone). Ciò nonostante  i russi contrattaccarono violentemente e alcuni reggimenti inglesi furono costretti ad indietreggiare. Intervenne quindi la riserva inglese, costituita dalla 1° Divisione (Brigata Guardie e Brigata Highlanders), che risolse la situazione spingendo definitivamente indietro i russi e conquistando le alture. Era il momento di scatenare la cavalleria, ma il comandante inglese, Lord Raglan, un aiutante di Wellington a Waterloo, non se la sentì di rischiare l’unica forza mobile che l’esercito inglese aveva a disposizione, ed ai russi fu permesso di ritirarsi indisturbati. La battaglia costà agli alleati circa 3000 perdite, e 5000 ai russi. Agli alleati si offrì l’occasione di attaccare di slancio Sebastopoli, ma nessuno dei due comandanti era talmente risoluto da farlo: eppure la città era senza difese, ma l’indecisione prevalse e l’occasione venne persa, dando tutto il tempo ai russi di trincerarsi ulteriormente.

Il diorama illustra, dopo il superamento del fiume Alma, l’inizio dell’attacco alla Grande Ridotta da parte della prima Brigata  della  Divisione Leggera,  composta dal 7° Rgt Royal Fusiliers, dal 23° Royal Welch Fusiliers e dal 33° Duke of Wellington.

 Fuori campo sulla sinistra  la seconda brigata della divisione composta dal 19° (1st North Riding of Yorkshire), dal 77° (East Middlesex)  e dal 88° (Connaught Rangers) attacca la Piccola Ridotta.

 

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