Ci sono tanti modi per approcciarsi al Giorno della Memoria. Si può farlo anche con i fumetti. E, infatti, una delle mostre che più hanno colpito i visitatori di Lucca Comics & Games 2015, è stata “Jan Karski: reporter dall’inferno” (poi presentata anche a Palazzo Ducale). L’esposizione era dedicata al graphic novel di due italiani, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, autori non nuovi alle tematiche scottanti del graphic journalism. Nel libro ci raccontano la storia di Jan Karski (Jan Kozielewski il suo vero nome) che, nella sua attività di esponente dell'Armia Krajowa (Esercito Nazionale), e di corriere della Resistenza polacca al nazismo, diventa testimone oculare di quanto avviene negli anni della Seconda Guerra Mondiale nel Ghetto di Varsavia e nel campo di concentramento vicino a Lublino. Il libro riesce a trattare, grazie alla pregevole leggerezza delle matite di Bonaccorso, visioni di morte che risultano toccanti e profonde, individuando le ragioni che spingono Karski, pur non ebreo, a inseguire la verità a ogni costo, deciso a denunciare al mondo le atrocità commesse dai nazisti ai danni della nazione polacca e degli ebrei tutti. Non ricevette dagli Alleati quell’ascolto e quella considerazione che quella sconvolgente verità meritava, ma solo un’umiliante incredulità e una indifferenza da far venire i brividi a noi che quella tragedia, purtroppo, la conosciamo ormai fin troppo bene.
Non gli resterà, nel 1944, che affidare al libro “La mia testimonianza davanti al mondo”. Ma Karski – che rimarrà dimenticato nel dopoguerra in ragione dei nuovi assetti politici mondiali sarà riscoperto e intervistato dal regista Claude Lanzmann per il celeberrimo Shoah (1985), ricevendo quell’ascolto e quella considerazione che gli sarebbero stati dovuti con largo anticipo.
Renato Genovese