Insieme al suo conterraneo Nicolò e al romano Letteri, il senese Giovanni Ticci, classe 1940, è uno degli interpreti storici della lunga saga di “Tex”. Debutta nel campo del fumetto collaborando con lo Studio D'Ami alla realizzazione di storie per il mercato internazionale.
Il primo contatto con la Bonelli avviene nel 1958, quando Ticci esegue i disegni, inchiostrati poi da Bignotti, per “Un ragazzo nel Far West”, su testi di Guido Nolitta. Dal 1960, inizia a lavorare per Alberto Giolitti a numerose storie western destinate al mercato statunitense. Quest'esperienza lo assorbirà per 6 anni, e finalmente, nel 1968, Ticci firma la sua prima avventura texiana, "Vendetta indiana", n. 91 della serie.
Da subito, il suo stile essenziale e vigoroso gli guadagna il favore dei lettori, che vedono nel suo Tex l'espressione più compiuta del carattere determinato e vitalistico che costituisce la nota psicologica predominante del ranger. Inoltre, la sintesi grafica dello stile di Ticci, via via sempre più definita, si esprime al meglio sia nella caratterizzazione della fisionomia degli indiani, molto lontani dalle interpretazioni europeizzanti, sia nella visualizzazione dei grandi spazi, dalle distese innevate del nord ai deserti e ai canyons dell'arroventato sud ovest.
Nel 1995, si svolge, a Roseto degli Abruzzi, "Un senese nel Far West", una mostra antologica dedicata alla lunga carriera di Giovanni Ticci, il cui catalogo è pubblicato da Glamour.