Diego Cerreti emerge dalla poltiglia primordiale dei giocatori come critico, specializzandosi nell'esaltazione del difetto come elemento caratterizzante del prodotto ludico. In pratica un rompiscatole. Dopo anni di esercizio attraverso le invettive dell’ironico blog “Il Puzzillo”, decide di passare dall'altra parte e i giochi difettosi inizia a scriverli.
Per non deluderlo, gli editori che tanto avevano apprezzato le sue attenzioni gli restituiscono il favore e lo pubblicano. Il rapporto tra giochi realizzati e giochi editi comunque rimane più basso di quello tra l’uva raggiunta dalla volpe e quella acerba. Inizia a collaborare con loschi quanto capaci autori, scoprendo così che il proprio nome suona meglio se abbinato a uno che suoni davvero molto meglio. Firma giochi per bambini, per famiglie e per giocatori, dimostrando che se l’amore non ha limiti, anche l’odio non è che se ne stia lì buono ad aspettare.
Nel 2014 rischia di vincere il premio come miglior autore esordiente per il DAU di Barcellona, ma alla fine non la spunta e la delusione riporta Cerreti sui libri e tra le scatole, soprattutto tra quelle dei suoi colleghi. Nel 2017 partecipa alla realizzazione di “Omegha”, un progetto crossmediale tra gioco e fumetto per Giochi Uniti, ampliando la sua rosa di collaborazioni e la sua conoscenza fino alla parola “crossmediale”.