Sebastiano Todaro Nasce a Gorgonzola, in provincia di Milano, nel 1964 e, sollecitato dal creativo
esempio del padre, inizia molto presto a coltivare la passione per i giochi di società, la musica, la poesia e il viaggio.
A 16 anni parte per gli Stati Uniti dove lavora su una nave da crociera lungo tutta la costa orientale Americana. Rientrato in Italia e assolti gli obblighi militari cerca e trova lavoro presso un corriere internazionale con le mansioni di hand-carry e per tutto il 1986 viaggia in Europa consegnando plichi, documenti importanti e contratti. Nel corso di questa esperienza vissuta con spirito d’avventura immagina di poter trasformare quel lavoro in un gioco da tavolo. Un progetto ambizioso e difficile da realizzare in un periodo in cui il mondo digitale non era ancora a portata popolare. In un solo giorno scrive a macchina le regole fondamentali di quello che poi, a distanza di 30 anni diventerà “Competitors”, il suo primo gioco da tavolo.
Continua a coltivare le sua grande passione per il viaggio, che lo porterà due volte in Africa a vivere l’esperienza in missione, e allo stesso tempo frequenta e lavora per un’ associazione di volontariato nel cui coro suona la chitarra e contribuisce alla conoscenza e alla divulgazione della musica e dei canti tipici dei paesi del terzo mondo allo scopo di raccogliere fondi destinati a progetti umanitari.
Dal 1999 riprende a lavorare per il corriere internazionale svolgendo mansioni di responsabilità nel dipartimento import e acquisisce una profonda esperienza delle normative che regolano l’ambito delle spedizioni internazionali. Con l’avvento delle nuove tecnologie digitali decide di portare a termine il vecchio sogno nel cassetto e inizia a lavorare assiduamente alla realizzazione del gioco da tavolo pensato tanti anni prima.
Partecipa con il suo prototipo a diverse fiere nel Nord Italia e, attento ai feed-back ricevuti dal contatto con il pubblico, apporta tutte le modifiche necessarie a rendere il gioco più fluido e accattivante.
“Non è importante la meta, ma il cammino” ( cit. Paulo Coelho da “ il Cammino di Santiago “ )