Dopo numerosi studi nasce l’idea di riprodurre in scala l’area sommitale di un castello toscano duecentesco.
Osservando i dipinti e gli affreschi medievali spesso ci si imbatte nella rappresentazioni del “territorio”; gli artisti, infatti, hanno posto gli elementi del paesaggio, gli uomini e gli animali sempre con un disegno funzionale e simbolico volto a trasmettere una loro rappresentazione definita e precisa. Il diorama nasce dalla voglia di mostrare gli uomini e le donne di una Toscana lontana nel tempo, una Toscana in profonda trasformazione: il Giglio Fiorentino passa da quello Ghibellino bianco in campo rosso a quello Guelfo vermiglio in campo bianco.
In questo contesto si sviluppano i castelli, intesi come borghi fortificati, in grado di resistere non a un assedio in grande stile ma alla violenza endemica; consentendo alle comunità di salvare raccolti e popolazioni dalle razzie.
Volutamente Borgo Tordello non è la rappresentazione in scala di un luogo reale, lo è altresì di un luogo simbolico che raccoglie molti degli elementi che caratterizzavano i castelli rurali. Nel diorama si è voluto rappresentare questi nostri avi non come li mostrano fiction e film, ovvero cenciosi e laceri o abbigliati sfarzosamente con tessuti usciti da una moderna fabbrica tessile, ma nel contesto di un giorno di mercato in cui anche i più miseri cercano di indossare i loro vestiti migliori e dove, addirittura, si vede il corteo di un nobile che rientra da un pellegrinaggio.
Il borgo è posto alla sommità di un colle per motivi di difesa e salubrità e le sue mura sono interrotte da una porta di accesso inglobata in una piccola torre. All’interno delle mura troviamo lo spazio per il mercato. Ci sono diversi edifici con funzioni specifiche: abitazioni, stalle e fienili, un forno, una bottega da fabbro e maniscalco. Alcuni edifici spiccano: il primo è la locanda, indispensabile. Pensiamo se in un nostro viaggio giungessimo in un luogo composto di sole villette o palazzoni senza un posto dove prendere un caffè o dormire una notte; anche i nostri predecessori avevano esigenze simili.
Una comunità non poteva fare a meno della sua piccola chiesa romanica con il solo vezzo di un piccolo protiro all’ingresso, in questo caso è stata posta sotto le mura del mastio del castello un po’ a rappresentare la sua dipendenza dal signore del luogo. Il mastio con le sue mura costituisce l’estrema difesa del borgo, ed è anche la dimora del signore del luogo che, partendo da una tozza torre iniziale, ha aggiunto dei fabbricati per soddisfare le necessità crescenti della sua famiglia e del suo entourage.
L’elemento difensivo non è comunque venuto meno, l’accesso è rialzato rispetto alla corte tramite una scala “levatoia” ed è presente un pozzo cisterna per l’acqua. In un periodo storico privo d’illuminazione e riscaldamento in una bella giornata di sole tutti quelli che possono sono all’aperto e non fanno eccezione i signori del borgo che assistono allo spettacolo dato dai giullari girovaghi. Da notare il corteo in arrivo a Borgo Tordello che, dopo uno dei tanti giorni di viaggio, arriva in un luogo dove mangiare, riposare, scambiare parole e raccontare. In una parola essere accolti.