Spedale di Castelfiorentino - monaci ospitalieri ordine del Tau
Purtroppo la traccia più lontana nel tempo è una mappa catastale di inizio 800 dove è riportato un piccolo edificio di culto nei pressi del ponte sul fiume Elsa; troppo poco per impostare un lavoro su fonti iconografiche certe. Ma andando a cercare notizie documentali è stato possibile ricostruire le varie fasi della costruzione e ricostruzione del ponte e degli edifici costituenti l’area dello Spedaletto.
Fissata l’epoca di riferimento è stato accertato che il ponte era in legno, che l’insediamento aveva una funzione di controllo del ponte oltre a quelle di assistenza. I viandanti erano accolti e rifocillati in maniera diversa a seconda del loro stato sociale, questo valeva anche per i loro animali. Alcuni monaci ospitalieri portavano la spada e assicuravano lungo il tratto di loro competenza della Francigena la protezione ai viaggiatori.
Da qui, prendendo come spunto la topografia dei luoghi, sono stati realizzati i tre edifici. Il primo è una piccola torre di avvistamento e difesa con collegata la residenza dei monaci. Il secondo è un edificio a due piani per l’accoglienza degli uomini e degli animali. Per ultimo il piccolo oratorio indispensabile alla comunità religiosa.
I personaggi danno un’idea del mondo che gravitava sulla via Francigena: pellegrini e piccoli mercanti giungono dal ponte con i loro abiti da viaggio mentre un altro gruppo ha subito un’aggressione e riceve assistenza. Un viaggiatore di rango si accinge alla partenza fiero sul suo cavallo e uno dei suoi servi saluta la famiglia. In ultima battuta i più giovani cercano di vivere la loro primavera sulla riva del fiume.